Uno dei meriti del Catechismo della Chiesa Cattolica – sollecitato dalla II Assemblea generale straordinaria del Sinodo dei Vescovi (1985) – è quello di aver riscoperto il tema dei misteri della vita di Cristo. Nell’introdurne la breve trattazione, il Catechismo osserva che «il simbolo della fede… non parla che dei misteri dell’incarnazione (concezione e nascita) e della pasqua (passione, crocifissione, morte, sepoltura, discesa agli inferi, risurrezione, ascensione). Non dice nulla, in modo esplicito, dei misteri della vita nascosta e della vita pubblica di Gesù; ma gli articoli della fede concernenti l’incarnazione e la pasqua di Gesù illuminano tutta la vita terrena di Cristo» (n. 512). L’esposizione che segue si ispira a un triplice assioma: «Tutta la vita di Cristo è rivelazione del Padre; tutta la vita di Cristo è mistero di redenzione; tutta la vita di Cristo è mistero di ricapitolazione» (nn. 516-518). La nostra comunione ai misteri della vita di Gesù scaturisce dal fatto che egli ha vissuto tutta la sua vita «per noi e per la nostra salvezza»: «Tutto ciò che Cristo ha vissuto, egli fa sì che noi possiamo viverlo in lui e che egli lo viva in noi» (n. 521).
Dall’Avvento alla Pentecoste, ma altresì nel tempo ordinario, la Liturgia della Chiesa non fa che celebrare i misteri della vita di Cristo. Anche i semplici fedeli hanno familiarità con i misteri del Rosario, che spesso coincidono con i fatti principali della vita di Gesù. Eppure, sembra che negli ultimi secoli essi siano stati trascurati proprio dai teologi. Da una parte, gli esegeti si concentrano sulla dimensione letteraria e storica dei Vangeli, affacciandosi sì a quella teologica e spirituale, ma senza voler penetrare nel mistero salvifico che vi è contenuto. La teologia sistematica, a sua volta, dà la massima importanza al mistero dell’Incarnazione e a quelli della Passione e della Risurrezione, ma raramente si sofferma – come facevano le Summae medievali – sulla missione terrena di Gesù, Figlio di Dio e Salvatore.
Nel corso dell’ultimo secolo alcune opere hanno ridestato l’interesse per questo tema. Merita ricordare le conferenze spirituali dell’abate Columba Marmion, Cristo nei suoi misteri (prima ediz. 1919), l’aureo libretto del salesiano Joseph Aubry, I misteri di Gesù Salvatore (orig. franc. 1961), l’ampia trattazione di Alois Grillmeyer, Raphael Schulte, Christian Schütz e Hans Urs von Balthasarnel vol. VI dell’opera Mysterium salutis (orig. ted. 1969), le ricche meditazioni di padre Raniero Cantalamessa: I misteri della vita di Cristo nella vita della Chiesa (prima ediz. 1991) e, da ultimo, la trilogia su Gesù di Nazaret del Papa emerito Benedetto XVI, che nella Prefazione al 1° vol. dichiara di voler presentare «il Gesù dei Vangeli come il Gesù reale, come il “Gesù storico” in senso vero e proprio» (p. 18).
Sulla scorta del Catechismo della Chiesa Cattolica e sulla scia degli autori or ora menzionati, il presente lavoro si propone di illustrare il tema dei misteri della vita di Cristo a partire dai testi evangelici, collocati nell’orizzonte del Nuovo Testamento e dell’intera Bibbia. L’esegesi patristica mostra come la grande Tradizione ha saputo scrutare in profondità ciascuno dei misteri e attualizzarlo nella vita dei fedeli. Il contesto liturgico offre una preziosa chiave di lettura dei testi biblici utilizzati nella celebrazione del mistero e i maestri di vita spirituale insegnano a viverlo personalmente. Alcuni stralci del Catechismo introducono alla riflessione teologica vera e propria.
Nei limiti di un saggio, il cui scopo è di offrire un aiuto a chi desidera approfondire un tema della massima rilevanza per la fede e per la vita cristiana, vorrei assecondare la preziosa direttiva del Papa Benedetto XVI: «Dovendo la Scrittura essere interpretata nello stesso Spirito nel quale è stata scritta, la Costituzione dogmatica Dei Verbum indica tre criteri di base per tener conto della dimensione divina della Bibbia: 1) interpretare il testo considerando l’unità di tutta la Scrittura; 2) tenere presente la Tradizione viva di tutta la Chiesa; 3) osservare l’analogia della fede» (Esortazione apostolica postsinodale Verbum Domini, n. 34).