Francesco MOSETTO, Fede di Abramo e fede cristiana (Nuova Biblioteca di Scienze Religiose 86), LAS, Roma 2023, pp. 147
Secondo il Canone romano, che risale probabilmente ai secoli V-VI, il celebrante si rivolge a Dio con queste parole: «Volgi sulla nostra offerta il tuo sguardo sereno e benigno, come hai voluto accettare i doni di Abele, il giusto, il sacrificio di Abramo, nostro padre nella fede, e l’oblazione pura e santa di Melchisedech, tuo sommo sacerdote». L’espressione «nostro padre nella fede» deriva dalla Lettera ai Galati, nella quale san Paolo identifica la «discendenza» di Abramo con la persona stessa di Cristo e afferma che i cristiani, per il fatto di essere in lui incorporati, sono «discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa» (Gal 3,16.29). Nella Lettera ai cristiani di Roma l’apostolo precisa che figli di Abramo ed eredi secondo la promessa sono quelli che «camminano sulle orme della fede del nostro padre Abramo» (Rm 4,12).
L’ebraismo contemporaneo riconosce che tra la fede di Abramo e quella cristiana c’è continuità, ma avanza una riserva. È celebre l’affermazione di Shalom Ben-Chorim: «La fede di Gesù ci unisce ai cristiani, ma la fede in Gesù ci divide». Tra la fede integrale dell’Antico Testamento e quella kerigmatica e confessante del cristianesimo, sostiene a sua volta Martin Buber, c’è una netta cesura.
Questo problema merita una seria riflessione, alla quale la presente ricerca intende contribuire. Dopo aver tratteggiato a grandi linee la fede del popolo di Dio del Primo Testamento (cap. I. La fede di Israele), metterò in risalto il fatto che nelle lettere di Paolo la fede cristiana è ricondotta a quella di Abramo, padre di tutti i credenti (cap. II. Fede di Abramo e fede cristiana nelle lettere di san Paolo). Su questa base affronterò il tema della fede di Gesù nei Vangeli sinottici (cap. III) e nel Quarto Vangelo (cap. IV), nel quale si tratta non solamente della fede in Gesù, ma anche della fede di Gesù. Nelle lettere deuteropaoline e in quelle degli apostoli Giacomo, Pietro, Giuda e Giovanni (cap. V) la fede riceve una forte accentuazione cristologica. Punto di arrivo del percorso è la Lettera agli Ebrei, che indica in Gesù il «leader della fede» (cap. VI). In breve, la fede cristiana si pone sul prolungamento della fede di Israele; punto nodale tra le due è la fede di Gesù stesso.
L’Introduzione generale si sofferma su due argomenti specifici, tra loro connessi, che costituiscono l’orizzonte teologico dell’indagine biblica: – 1. Che cosa intende oggi per “fede” la teologia cattolica; – 2. Il dibattito sulla fede di Gesù.
L’Epilogo offre una breve riflessione sulla fede cristiana, quale oggi occorre venga presentata non soltanto nel suo contenuto oggettivo, ma altresì come risposta del credente alla divina Rivelazione.