Un ricordo di don Domenico Dezzutto
Nato a San Benigno Canavese (Torino) il 2 gennaio 1922, è morto a Beitgemal (Israele) l’8 aprile 2018.
Dopo le scuole elementari Domenico entra nell’Istituto missionario salesiano Card. Cagliero di Ivrea e nel 1937 parte per il noviziato in Terra
Santa. Dopo la prima professione compie gli studi filosofici e teologici tra Cremisan e Betlemme, dove svolge anche il tirocinio pratico, e riceve l’ordinazione presbiterale il 25 luglio 1948. L’anno seguente è impegnato come insegnante e assistente nella casa di Aleppo (Siria). A motivo della scarsa salute, rientra in Italia dal 1949 al 1955: un anno di riposo a Oulx (Torino), tre anni al Colle Don Bosco, due anni a Cumiana con i giovani coadiutori del Magistero. Ritornato nella sua Ispettoria, il primo anno è a Cremisan con gli studenti di filosofia; l’anno seguente è trasferito alla scuola agricola di Beitgemal; per una decina d’anni è al Cairo (Egitto), dove è anche impegnato come segretario presso l’Ufficio Emigrazioni; per due anni è a Istanbul (Turchia); per altri due anni è a Betlemme, sempre insegnante e assistente. Dal 1971 al giorno della sua morte (46 anni!) è nella casa salesiana di Beitgemal con vari incarichi, sia in comunità sia a servizio dei tanti visitatori del luogo e particolarmente della chiesa dedicata a S. Stefano Protomartire, “al servizio gratuito e libero per tutti, anche non cristiani e non cattolici, senza nulla imporre anessuno. E’ stato l’uomo e il sacerdote salesiano, amico di tutti, sempre pronto al dialogo, il consigliere saggio e apprezzato, l’indicatore di una strada di bontà e di perdono sull’esempio del protomartire” (don Giovanni Laconi). Riposa a Beitgemal, non lontano dalla tomba del Venerabile Simone Srugi.
“Lo ricordo – scrive don Francesco Cereda – con gratitudine a Dio per il suo zelo apostolico, la sua gentilezza nel tratto, lo spirito di preghiera, il senso comunitario. Lo ricordo nelle numerose visite che ho fatto a Beitgemal per il suo apostolato biblico, per la venerazione del Coad. Simone Srugi, per la sua presenza nella cappella dedicata a Santo Stefano, per la passione per la storia salesiana della Terra Santa. Salesiano dalla tempra forte, lo ricordo per la sua attività instancabile fino alla fine della vita: una attività sostenuta dalla passione apostolica per far conoscere a tutti Gesù e i suoi vangeli. Tutti gli anni, da quando l’ho conosciuto, mi inviava il resoconto dell’attività svolta e il rendiconto delle spese sostenute».
Tutti ricordano la figura esile di don Dezzutto, umile e sorridente, del suo apostolato biblico. Grazie a lui numerosi visitatori ebrei hanno avuto tra le mani il Vangelo e gli scritti del Nuovo Testamento. Molti certamente hanno potuto vedere in don Domenico una pagina viva del Vangelo.