Il commento si pone sulla scia di quello alle Lettere di San Paolo (3 voll., Elledici 2010-2012). Indirizzato ai medesimi destinatari, vuole esserne il complemento. Come nei precedenti volumetti, non mi sono proposto di offrire un’interpretazione originale, ma nemmeno di “divulgare” a scopo edificante i risultati della ricerca scientifica. Semplicemente, e non senza un certo coraggio, intendo guidare i giovani studiosi e le persone culturalmente preparate ad accostare gli scritti del Nuovo Testamento in modo intelligente e critico. Con questo intento, premessa una Introduzione essenziale, il testo di ogni lettera è commentato brano per brano in modo da evidenziarne l’articolazione logica o retorica, chiarire il significato delle parole e delle espressioni – spesso mediante rimandi ai paralleli sia interni sia biblici in genere – e farne così risaltare il significato teologico. Avendo adottato la traduzione ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana (terza edizione, 2008), che ritengo valida e preferibile, segnalo talora nelle Note il tenore originario del testo greco, che non sempre era possibile rendere letteralmente. Spero di offrire un utile servizio a quanti desiderano accostare la Parola di Dio con intelligenza e con frutto, assecondando l’invito del Concilio Vaticano II: «Il santo sinodo esorta con ardore e insistenza tutti i fedeli ad apprendere la “sublime scienza di Gesù Cristo” (Fil 3,8) con la frequente lettura delle divine Scritture. […] In tal modo, con la lettura e lo studio dei sacri libri, “la parola di Dio compia la sua corsa e sia glorificata” (2Ts 3,1), e il tesoro della Rivelazione, affidato alla Chiesa, riempia sempre più il cuore degli uomini» (Dei Verbum, 25 e 26).
Don Francesco Mosetto,sdb