Aa.Vv., Al primo posto le Scritture. Biblisti italiani del Novecento, Salvatore Sciascia Ed., Palermo 2014, pp. 347.
Il cammino delle S. Scritture in Italia nel sec. 20° è merito indubbiamente dell’impulso dato dai Papi – in modo particolare, Leone XIII, Pio X, Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI – ma anche di un piccolo esercito di studiosi, che hanno speso la vita a servizio della Parola di Dio. L’Associazione Biblica Italiana ha voluto ricordare i più noti e benemeriti in un volume che ne ricorda l’attività come docenti, le pubblicazioni e l’impegno nell’apostolato biblico. Non sono stati dimenticati i pionieri, come Giovanni Genocchi, Salvatore Minocchi, GiovaniSemeria, e nemmeno personaggi discussi, come Ernesto Buonaiuti. Erano scontati i nomi dell’abate Ricciotti, di Salvatore Garofalo e di Enrico Galbiati, di Pietro Rossano e del cardinale Martini. Un giusto riconoscimento è dato ai valdesi Giovanni Luzzi, Bruno Corsani, Jan Alberto Soggin, nonché agli ebrei Umberto Cassuto, Francesco Scerbo ed Eugenio Zolli, che abbracciò la fede cristiana. Numerosi i francescani dello Studium Biblicum di Gerusalemme: tra essi Beniamino Bagatti e Michele Piccirillo. Dei Salesiani sono ricordati Giacomo Mezzacasa, Giorgio Castellino, Nicolò M. Loss e Carlo Buzzetti; ma si sarebbe potuto aggiungere don Ugo Galizia e don Mario Galizzi. Questi ultimi due nomi sono rappresentativi di tanti altri che, pur essendo ottimi docenti, non hanno raggiunto la celebrità o che si sono particolarmente adoperati nella divulgazione. L’eredità che tutti essi ci lasciano sia di stimolo alle nuove generazioni.
Francesco Mosetto